Samuel Finley Breese Morse (Charlestown, vicino Boston, 27 aprile 1791 - Poughkeepsie, New York, 2 aprile 1872)
Nel 1832, mentre rientrava negli Stati Uniti
a bordo del vascello Sully, Morse ascoltò una
conversazione sull'elettrocalamita, appena scoperta, e gli
venne l'intuizione di un telegrafo elettrico. Ritenendo erroneamente
che fosse un'idea nuova, trovò l'entusiasmo per portare
avanti il progetto, iniziando a costruire l'apparecchio telegrafico
alcune settimane dopo. Dato che non era benestante, Morse
usò per il suo prototipo materiale di recupero, come
la cornice di un quadro per il basamento, una batteria fatta
in casa, un'elettrocalamita che gli era stata donata e il
meccanismo di un vecchio orologio per muovere la carta su
cui venivano registrati i punti e le linee. Negli anni seguenti effettuò dimostrazioni davanti saggi, uomini d'affari e commissioni del Congresso, con la speranza di raccogliere fondi per esperimenti su grande scala, ma incontrò parecchie difficoltà. Grazie alla sua tenacia, senza un aiuto significativo da parte dei suoi scoraggiati soci, Morse nel 1843 riuscì infine ad ottenere dal Congresso i fondi per la costruzione della prima linea telegrafica, da Baltimora a Washington D.C. L'inaugurazione avvenne il 24 maggio 1844. Il primo messaggio ufficiale, spedito dal Campidoglio di Washington a Baltimora, fu una citazione biblica. Dopo dodici anni in cui tutti avevano ignorato i suoi sforzi, Morse divenne rapidamente un eroe nazionale. La prima linea telegrafica in Italia fu realizzata nel 1847 e collegava Livorno con Pisa. Lo stesso anno Morse, che finalmente grazie al telegrafo stava diventando un uomo ricco, comprò una tenuta di un centinaio di ettari, appena fuori Poughkeepsie, e la chiamò Locust Grove. Qui morì di polmonite a quasi 80 anni. È sepolto nel cimitero Greenwood di Brooklyn. |